Si terrà dal prossimo mercoledì 20 ottobre, fino a venerdì 22, il consueto appuntamento annuale con lo SMAU, la storica fiera dell'informatica e delle nuove tecnologie della informazione e comunicazione.
SMAU è da sempre uno dei punti di riferimento per il settore in Italia. Gli innumerevoli interventi che si susseguiranno in questa edizione si possono raggruppare in 13 aree tematiche (dal cloud computing alla business intelligence, dalla sicurezza alla stampa digitale). Una decina invece saranno i focus, ovvero le serie di interventi pensati non solo per tecnici ma anche per pubblici più specializzati del mondo IT. Segnaliamo in particolare, ovviamente, il percorso pensato per la Pubblica Amministrazione e la Sanità. Questo percorso non è una novità assoluta, in quanto anche nelle edizioni passare di SMAU – che pure è sempre stato organizzato e vissuto soprattutto come un punto d'incontro delle imprese IT e della possibile clientela, aziendale o privata – erano presenti interventi diretti all'innovazione nella PA centrale e locale.
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Si è tenuto il 5 ottobre 2010 ad Oslo (in Norvegia) il primo workshop internazionale sull'interoperabilità orientata ai modelli. Se per interoperabilità si intendono tutte le strategie che si possono mettere in atto per "far parlare" sistemi informatici nati separatamente e non operanti già "in armonia", è evidente che sono necessari non soltanto accordi amministrativi ed organizzativi per ottenere tutto ciò, ma anche accordi tecnici e tecnologie che permettano appunto la "cooperazione applicativa". Questi aspetti riguardano il design e l'architettura delle soluzioni software e toccano le modalità di sviluppo degli strumenti tecnologici stessi.
Di questo si è parlato nel workshop di Oslo, in particolare di una emergente e specifica disciplina che utilizza i modelli come artefatti primari nell'ingegnerizzare le soluzioni software: il Model-Driven Engineering (MDE). Questa disciplina ha la caratteristica di proporre un approccio complessivo alla risoluzione dei problemi di interoperabilità, andando oltre ai semplici e tradizionali accordi tecnici sui formati di serializzazione e toccando questioni legate alla semantica, come gli accordi sui nomi e le informazioni basate sul contesto, oppure gli accordi sulle ontologie e sui concetti messi in atto dalle soluzioni software stesse.
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Si è tenuta gli scorsi 20 e 21 maggio, nella splendida cornice di Villa Mondragone, presso Roma, la Prima Conferenza Internazionale "E-Identity Management for E-Services".
Organizzata dal prof. Maurizio Talamo dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" e dal Laboratorio Nestor dello stesso Ateneo, la Conferenza ha ottenuto anche l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il patrocino della Provincia di Roma e la collaborazione della Fondazione Universitaria Inuit e di Asia Pacific Smart Card Association.
Le tematiche trattate, incentrate sulle applicazioni e le problematiche collegate alle "identità elettroniche" sono state di ampio respiro. La mattinata del primo giorno, infatti, si è concentrata sulle implicazioni dei cosiddetti "social network", con una prima tavola rotonda fra esperti del settore ed un keynote di Rory Radding (Partner di Morrison & Foerster LLP di New York, chair della Internet Committee - New York State Bar Association e chair della IP Committee - International Technology Law) sulle implicazioni legali dei social network negli Stati Uniti. Il pomeriggio dello stesso 20 maggio la discussione si è invece spostata su tematiche maggiormente tecniche, con due tavole rotonde fra esperti del settore, sia sul lato dei fornitori di soluzioni e tecnologie, sia sul lato dei responsabili di Amministrazioni Pubbliche italiane che hanno attuato programmi di interoperabilità.
Si è tenuto lo scorso lunedì 14 dicembre – presso l'isola di San Servolo a Venezia – un tavolo di lavoro sull’interoperabilità e la cooperazione applicativa nella "Community Network" della Regione del Veneto. La giornata è stata organizzata dalla Direzione Sistema Informatico della Regione Veneto, in collaborazione con ICARplus, il CRC regionale e Venice International University (la cui sede è appunto l'isola di San Servolo). All'evento sono stati invitati i maggiori referenti per questo tipo di iniziative community a livello locale (oltre alla Regione ed ai propri Enti, i Comuni, le Province, i CST...).
Come sottolinea Andrea Calvo dal sito del Progetto ICAR, «il tavolo è stato l'occasione da un lato di condividere l'obiettivo generale della Community Network regionale, ovvero la costruzione di un luogo di confronto e dialogo permanente con il territorio sui temi dell'innovazione, per favorire in particolare la diffusione dell'interoperabilità e della cooperazione applicativa, dall'altro di presentare i risultati concretamente ottenuti dal progetto ICAR+ a livello nazionale».
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